L’impegno di ATELIER NARDOS consiste nella ricerca di un equilibrio delicato e mai scontato che escluda sia lo sfarzo fine a se stesso che la banalità o la sciatteria

La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia.

Papa Francesco, Evangelii gaudium 24.

Vorrei che la bellezza del celebrare cristiano e delle sue necessarie conseguenze nella vita della Chiesa, non venisse deturpata da una superficiale e riduttiva comprensione del suo valore o, ancor peggio, da una sua strumentalizzazione a servizio di una qualche visione ideologica, qualunque essa sia.

Papa Francesco, Desiderio desideravi 16.

L’argomento della bellezza della liturgia immediatamente trova adesione e consenso, ma a ben vedere non è tra i più semplici. Già il tema della bellezza di per se non lo è affatto (che cosa è bello?), ma la complessità aumenta quando si tenta di articolare la bellezza in rapporto alla liturgia (in che modo la bellezza è costitutiva della celebrazione?), per di più in chiave evangelizzante!

Non è questo il luogo per approfondire un tema così grande ma che tuttavia abbiamo introdotto per ricordare innanzitutto a noi le coordinate e il limite del nostro lavoro.

Per questo rinunciamo a superficiali giochi di parole che riducano la “bellezza” a facili quanto effimere considerazioni estetiche sulle vesti liturgiche che ATELIER NARDOS confeziona.

La bellezza secondo Atelier Nardos

Per ATELIER NARDOS è importante sempre ritornare all’icona del gesto di Maria, la sorella di Lazzaro. Quel gesto assolutamente nobile e semplice insieme, e per questo assolutamente bello.

Nobile perché quell’olio prezioso e non comune è diventato espressione del cuore di Maria; al Signore va dato quel “di più” non necessario che solo un animo gretto può ritenere uno spreco. Semplice, perché in quel gesto non vi è spazio per la vanità, o per la richiesta di un contraccambio, ma è tutto dono.

«La bellezza e la nobiltà delle vesti si devono cercare e porre in risalto più nella forma e nella materia usata che nella ricchezza dell’ornato».

(Messale Romano, 344).